Il decreto liquidità, il tassello di un percorso iniziato il mese scorso, ma che non ha riservato al turismo un’attenzione adeguata. È il sentiment emerso nel corso di un incontro online dal titolo “REStart: l’alberghiero si prepara alla nuova partenza”, promosso da PKF hotelexperts in partnership con hotel & tourism forum per raccogliere le impressioni del settore hospitality all’indomani del decreto liquidità.
A un mese dal lockdown delle attività, “la seconda release dei provvedimenti intrapresi dal governo ha previsto lo stanziamento di 200 miliardi di prestiti fino al 90% garantiti dallo Stato, ma non va dimenticato il diverso impatto che il Covid-19 ha avuto sui settori. Quello dell’hospitality e del travel sono i più colpiti sia in termini di profittabilità che di liquidità ed è per questo necessario un intervento da parte delle istituzioni e delle banche per aiutare non solo gli alberghi a ripartire, ma per adattare l’offerta sulla base delle nuove disposizioni e protocolli post emergenza”, ha esordito Giorgio Bianchi, Managing Partner – Head of Italy di PKF hotelexperts.
“Il tema della liquidità – ha dichiarato Barbara Casillo, Direttrice Generale Associazione Italiana Confindustria Alberghi – è prioritario nell’immediato e occorrerà potenziare il Fondo di garanzia per le Pmi e creare uno strumento per le grandi imprese, ma il secondo tema è quello legato agli ammortizzatori sociali per tutelare le imprese”. Altro punto saliente e positivo per Casillo è il passaggio che riguarda l’accesso ai finanziamenti ad un’ampia platea di potenziali beneficiari, e il ruolo di Sace, anche se l’operatività è collegata all’emanazione di un decreto esecutivo. Buona notizia è poi il fatto che Abi (Associazione bancaria italiana) e Sace abbiano costituito un tavolo di lavoro di emergenza per promuovere un processo fluido. L’elemento tempo vale moltissimo, in una fase di grave crisi, “ma per il settore alberghiero tutto questo non è sufficiente – ha sottolineato la direttrice -. Noi stiamo lavorando su misure ulteriori e chiediamo un intervento strutturato sugli affitti. Dobbiamo cominciare oggi a scaldare i motori sulla gestione dell’operatività”.
Magda Antonioli, Direttrice Met Università Bocconi, ha espresso delusione: “A confronto con l’industria manifatturiera il turismo appare un settore abbandonato. In questa fase corre il rischio di speculazioni. Ora – ha spiegato – abbiamo sia un problema di domanda che di offerta e bisogna capire come dobbiamo presentarci”. La risposta è che la conclusione di questa fase va vista come un catalizzatore per la rinascita: “Facciamo attenzione alla fase della ripartenza – ha ammonito – perché bisogna ripensare l’impresa in termini di progettualità e riqualificazione. Il cosiddetto “bridge finance” deve essere utile ad organizzarci per recuperare una domanda più attenta all’ambiente, all’aspetto etico. Si devono valutare gli investimenti portando avanti un modello di business inedito, puntando su una riqualificazione dell’offerta, attraverso una legge speciale che faccia leva su un nuovo modello legato agli investimenti”.
Secondo Giorgio Palmucci, presidente Associazione Confindustria Alberghi e presidente Enit, “il decreto si è occupato delle priorità sanitarie e di sopravvivenza, ma non del turismo. C’è solo un articolo che lo riguarda ed è quello che indica la possibilità di usare i voucher anziché restituire i soldi delle caparre. A questo punto è importante che si tenga conto di necessità specifiche e si guardi avanti. Io sto cercando di fare da catalizzatore nell’unire le istanze degli imprenditori. È importante – ha aggiunto – dare stimolo agli italiani, perché all’inizio dovremo contare su un turismo domestico. Si devono supportare economicamente le famiglie, ma se gli alberghi non sopravvivono non si andrà da nessuna parte. Ci vogliono aiuti per le imprese, misure strutturali e non solo di emergenza”. Sulla campagna di comunicazione che sarà necessaria per rilanciare il brand Italia, Palmucci ha dichiarato: “Per ora c’è poco da comunicare come Enit, ma dobbiamo guardare a quello che sarà il futuro. Stiamo spiegando che sarà necessaria una campagna Italia su Italia e dobbiamo essere in cabina di regia con le associazioni. Sulle misure specifiche da adottare ci stiamo lavorando in sinergia con tutti gli assessori al Turismo italiani. Poi coinvolgeremo i ministeri. Saranno necessari investimenti, perché le aziende dovranno adeguarsi ai protocolli che verranno introdotti, ma si tratterà di cogliere questa opportunità per migliorare il prodotto hospitality”.
Per quanto riguarda l’aspetto finanziario “Cdp si è mossa anche autonomamente, con un plafond da 1 a 3 miliardi della piattaforma imprese attraverso il sistema bancario – ha ricordato Alessandro Belli, head of tourism real estate di Cdp Investimenti Sgr – già il 10 marzo all’inizio della crisi e poi ad aprile l’iniziativa da 2 miliardi per il sostegno all’emergenza di medie e grandi imprese. Ora Sace è entrata con un ruolo importante per le garanzie. C’è un lavoro continuo e attento su questo fronte”. In merito agli investimenti, Belli ha spiegato che “il real estate è in prima linea per supportare le catene alberghiere nella riqualificazione dell’offerta. Sarà importante seguire quello che faranno gli investitori. Certo la crisi è generalizzata – ha aggiunto – e gli investitori potrebbero rivolgersi a opportunità di mercato di maggiore qualità”. Ha condiviso con Magda Antonioli il rischio di speculazioni: “I fondi opportunistici stanno guardando sia lato aziende che lato immobiliare. E’ un rischio che dobbiamo evitare”. Un’altra indicazione sul fronte degli investimenti è che “al netto dello stop nei cantieri, c’è chi è in fase di execution su operatori vincolanti, ma per gli investimenti a lungo termine la fase è di attesa e si punta sulla tecnologia e sulla digitalizzazione”.
Per Giovanna Manzi, Ceo di Best Western Italia, “non si resiste indebitandosi e le nove settimane di cassa integrazione sono totalmente insufficienti per il nostro settore”, ha esordito, ricordando che “quando si parla di turismo si deve parlare di tutta la filiera”. Sull’uscita dalla crisi ha spiegato che avviene “con uno scatto di orgoglio, ma questo viene fuori quando si ha fiducia nel sistema e quando questo si prende cura delle sue necessità specifiche – ha osservato -. Se il governo emette un provvedimento che non considera il settore,
quest’ultimo si deprime e perde fiducia”. Chi farà meno fatica a ripartire? “Certamente – ha indicato Manzi – chi ha più cassa, chi avrà gestito meglio la crisi, chi ha un albergo di proprietà… ma se vogliamo resistere come comparto dobbiamo fare in modo che il governo ci aiuti sulle nostre esigenze specifiche”.
Per Fabrizio Gaggio, Managing Director Gruppo Una, ci vuole non soltanto un cambio organizzativo ma culturale. “Dobbiamo comunicare in modo coeso – ha avvertito – e portare le nostre opportunità all’attenzione della burocrazia. C’è il tema dolente della filiera, che include ad esempio il ramo food & beverage composto da piccole aziende che devono essere tutelate, perché servizio e risorse umane sono il Dna del nostro business. Lo scenario futuro è ancora difficile da definire, ma dovremo pensare a come riorganizzare i nostri urban hotel e resort. Poi c’è l’incognita del Mice – ha proseguito -. Impatterà tantissimo nelle scelte della domanda. Bisognerà sicuramente mettere mano al prodotto e ipotizzare un nuovo tema organizzativo. La ripartenza sarà a singhiozzo e le strutture dovranno essere molto caute nel momento della riapertura, che andrà ripensata in chiave creativa attraverso l’innovazione digitale e tecnologica”.
Lo scenario di mercato fotografato da Str Hospitality in queste ultime settimane, intanto, è ancora negativo, ma “in Cina si sta lentamente riprendendo nella fascia midscale legata al personale viaggiante – ha concluso Marco Malacrida, Director Italy di Str Hospitality -. Ha ripreso anche il food & beverage e gli alberghi fanno delivery. In Italia il driver principale sarà il traffico domestico, ma la ripresa avverrà in un periodo medio-lungo e soltanto nel 2022 potremo parlare di forte recupero. La domanda sarà diversa e dovremo prepararci a cambiare, focalizzando l’attenzione su aspetti come la sicurezza, lavorando sui protocolli”.
Fonte : Company