Custodi giudiziari con le mascherine e i guanti, potenziali acquirenti che disdicono le visite negli immobili, debitori con la febbre “strategica”, sale d’asta con sedie a distanza di sicurezza, avvocati che chiedono le giuste tutele sanitarie: secondo l’Osservatorio T6, associazione di studio sulle esecuzioni giudiziarie , è questo lo scenario che il Coronavirus provocherà nelle prossime settimane nel mondo delle aste immobiliari. A questo deve aggiungersi la chiusura dei tribunali per due settimane e, a partire dal 23 marzo, la gestione delle sole cause ritenute urgenti dagli uffici giudiziari.
Nella grande “area rossa” sono previsti per il prossimo mese oltre 7.000 beni in asta, per un valore di base pari a circa 1 miliardo e duecentomilioni, mentre per tutti i tribunali italiani i lotti in asta per i prossimi trenta giorni sono 23.500 per circa 3 miliardi e 700milioni.
Nell’era delle aste telematiche, non ancora adottate in tutti i Tribunali, si comprende, finalmente, che l’asta è soltanto la finalizzazione di un lungo lavoro preliminare legato alle visite degli immobili ed alla gestione delle custodie e ad altri adempimenti di cancelleria non meno importanti. Il diffondersi dell’allarme rende quindi difficile un sereno svolgimento della fase preliminare all’asta. Il rischio, per le parti in causa, debitori e creditori, è quello di arrivare ad aste deserte: per effetto delle ordinanze, che prevedono automatici esperimenti successivi, si rischierebbe un ribasso del 25% per la successiva asta.
Il danno economico è calcolabile, per un solo mese, in circa un miliardo di euro, oltre alle spese accessorie di rinnovo degli adempimenti pubblicitari e gestionali che, approssimativamente, aggiungono ulteriori 10 milioni di costi. Per il Presidente Stefano Scopigli il rinvio delle aste è ormai indifferibile: “ L’Osservatorio T6, benché tradizionalmente attento ai tempi di gestione delle esecuzioni immobiliari, ritiene decisamente necessario che si giunga ad una sospensione generale degli esperimenti d’asta, per almeno trenta giorni, con una decisione che coinvolga tutti i tribunali italiani”.
Certamente il ritardo delle aggiudicazioni porterà importanti ripercussioni sui business plan predisposti dalle società creditrici ma, secondo l’Oservatorio T6, questo potrà essere ampiamente compensato dalla mancata riduzione dei valori di aggiudicazione.
Preoccupa ulteriormente, per le notizie che giungono dai vari tribunali, la riduzione o la sospensione delle attività, per quanto riguarda l’avvio degli atti nelle esecuzioni immobiliari: è ipotizzabile un forte ritardo nell’attività dei CTU per le stime, le circa 3.500 udienze di fissazione delle vendite ( ex art. 569 cpc) potranno subire un rinvio di circa 120 giorni e tutti gli adempimenti susseguenti.
Difficile calcolare il danno economico per banche e servicer, ma sicuramente il danno sarà importante. L’effetto negativo si riverserà sicuramente anche sull’andamento delle GACS (Garanzie cartolarizzazione sofferenze), già sotto la lente di Banca d’Italia durante questo mese. Si tratta, quindi, di un danno sistemico che necessita di un intervento di sostegno legislativo, cosi come si sta prevedendo per tutti gli altri settori produttivi italiani.
Fonte : Osservatorio T6