Siamo Paola Lunghini e Guglielmo Pelliccioli, nomi e volti che conoscete da molto tempo in quanto entrambi dirigiamo testate giornalistiche specializzate nel real estate.
Il nostro obiettivo è sempre stato quello di assicurare ai nostri lettori (che poi siete voi) un servizio basato sul maggior numero possibile di informazioni corrette e puntuali. Ovviamente con la vostra puntuale collaborazione.
Oggi però siamo a segnalarvi che il nostro rapporto con voi negli ultimi tempi ha subito una sorta di “riduzione della qualità”, lasciando in noi l’amarezza di non riuscire a svolgere al meglio il nostro mestiere di giornalisti.
Ci riferiamo esplicitamente a tutta quella parte di documentazione che ci viene trasmessa dai vostri uffici preposti (interni o esterni che siano…) sotto forma di “Comunicati Stampa”.
Domanda: si tratta DAVVERO di materiale che voi generate per comunicare un valore d’impresa come avveniva un tempo? O non è che codesto materiale è diventato piuttosto un adempimento per “dovere di legge”o per motivi di immagine (quando non è – per parlar leggero – pubblicità mascherata da comunicato stampa)?
Le famose cinque W (in italiano Chi, Cosa, Dove, Quando e Perché ) rimangono la “regola principe” a cui un giornalista si dovrebbe sempre attenere perché così soddisfa il bisogno del proprio lettore e ne motiva la scelta preferenziale verso quella testata.
Abbiamo
però la percezione che le cinque W, purtroppo, sempre più spesso non
vengano osservate nei comunicati stampa che quotidianamente
riceviamo con richiesta di pubblicazione. Richiesta a volte garbata,
a volte… pressante. Ma sempre di richiesta si tratta!
In questo carteggio noi ci stiamo vieppiù sentendo semplici passacarte.
Sarebbe quindi, secondo noi, auspicabile un’urgente definizione circa
le modalità con cui questa comunicazione viene intesa dai vostri uffici
(interni o esterni che siano) e su come invece
essa interessi davvero i destinatari finali.
Con sempre cordialità vivissime,
Paola e Guglielmo
P.S:
Segnaliamo anche che
– I comunicati sono sempre più spesso carenti dei principi elementari di ortografia-grammatica-sintassi! Questo è un fatto che dovrebbe interessare molto le società che comunicano!
– Un comunicato, per essere efficace, dovrebbe contenere un
“certo numero” di caratteri. A volte ci arrivano comunicati fatti di tre
righe (di cui due contengono la “guida telefonica“ dei soggetti che
hanno preso parte all’operazione). Altre volte ci arrivano
vere e proprie “colate di piombo” altrimenti dette “lenzuolate”:
anche solo per scorrerle, ci vuole un tempo che non vi riveliamo…
– Spesso i comunicati sono corredati da fotografie (di building) francamente “impubblicabili”.
Volete un esempio? Immobili storici nei centri storici
di città storiche, ad es. Roma, con bidoni della spazzatura in primo
piano! Ahia ahia ahia!