di Giuliano Dall’Ò, Presidente GBC Italia
Con l’appuntamento dell’Assemblea dei soci di Roma, calendarizzata per il prossimo
14 giugno, saremo alla metà del nostro mandato triennale.
Valutare se la nostra “governance” fino ad oggi sia stata positiva non
spetta certamente a noi, ma ai nostri soci e anche agli attori che, pur
condividendo i nostri temi legati al mondo del green building e delle
green city, non fanno parte della nostra associazione.
In questo primo anno e mezzo abbiamo portato avanti tante attività e la
nostra presenza, nel contesto sia nazionale che internazionale, si è
evidenziata attraverso una molteplicità di azioni. Alcune di queste
visibili al grande pubblico, ad esempio seminari
e convegni, altre meno visibili ma comunque indispensabili per la
nostra mission, come la partecipazione ai più importanti progetti
europei sul tema della sostenibilità energetica ed ambientale.
Operare a più livelli, da quello internazionale, attraverso la rete del
World GBC, a quello nazionale e a quello regionale per mezzo dei Chapter
è una caratteristica che ci contraddistingue ponendoci come punto di
riferimento utile al cambiamento in chiave
“green” sia degli edifici sia delle città.
Ma dove sta andando GBC Italia? In altri termini, esiste una strategia che GBC Italia sta perseguendo nella quale convergono tutte le azioni?
Diciamo subito che
un’azione, anche se positiva, prende più forza se diventa anche la
tessera di un mosaico che si compone via via, ed è proprio di questo
mosaico che mi preme parlare.
Gli elementi di innovazione della nostra politica sono tanti e
importanti. Senza tradire i protocolli di certificazione ambientale, che
consideriamo strumenti indispensabili e irrinunciabili per promuovere
il cambiamento, i nostri interessi si concentrano su
temi forti che catalizzano gli interessi nazionali e internazionali.
Noi vogliamo contribuire, in modo concreto, al raggiungimento di molti
dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile introdotti dall’Agenda 2030
(SDGs) per le tematiche che sono di nostra competenza, come ad esempio
assicurare l’accesso
all’energia pulita, garantire la disponibilità e la gestione sostenibile dell’acqua, promuovere una
crescita economica duratura inclusiva e sostenibile, promuovere l’industrializzazione sostenibile, rendere
le città e le comunità inclusive, sostenibili e resilienti,
combattere i cambiamenti climatici, giusto per citarne alcuni. Le nostre parole d’ordine sono
decarbonizzazione,
economia circolare,
sostenibilità nell’uso delle risorse idriche.
Non abbiamo bisogno di concentrare la nostra attenzione sui nostri
protocolli semplicemente perché tutto ciò che si pianifica ora, tutte le
problematiche e tutte le soluzioni per risorverle sono già presenti da
sempre nei nostri protocolli. Vogliamo guardare
avanti valorizzando tutto ciò è stato fatto da noi e da altri soggetti
che, come noi, si sono impegnati a cambiare il modo di vivere di tutti.
La nostra apertura verso gli altri protocolli, iniziata lo scorso 14
dicembre a Milano e proseguita in occasione della più recente settimana
dell’energia, è stata un passaggio fondamentale. Aprire a chi opera in
modo serio non vuole dire rinunciare alla nostra
identità ma tutt’altro: vuol dire dare un forte impulso al cambiamento attraverso un’azione comune.
Questa nostra strategia di apertura si concretizza anche nell’organizzazione dell’imminente
assemblea dei professionisti
accreditati per l’edilizia sostenibile che si terrà a Milano il 7 maggio.
Prima questo appuntamento si chiamava assemblea dei LEED AP, tuttavia
quest’anno non si parlerà solo di LEED o di GBC,
ma anche di BREEAM, di WELL e di ENVISION, protocolli promossi al di
fuori dell’ecosistema GBC Italia. Non si tratta di un semplice cambio di
titolo, ma di una passaggio sostanziale che ci deve essere
riconosciuto. Una apertura culturale verso altri modi di
pensare, una opportunità per valorizzare le nostre prassi
confrontandole con altre prassi. Noi come GBC stiamo andando in questa
direzione e lo facciamo in modo irreversibile.
Uno slogan che a noi piace molto, e che evidenzia un altro elemento
della nostra strategia, non solo di comunicazione, ma anche e
soprattutto di azione, è
“the new normal”.
Il significato di queste tre parole è stravolgente. In sole tre parole
vogliamo dire tanto, ma soprattutto che tutti i nostri sforzi devono
portare benefici a tutti. Non siamo
all’anno zero, ma le importanti attività che seguiamo, vogliamo
condividerle con tutti. Ne è un esempio la mappa recentemente pubblicata
(Milano
Green City).
Le nostre città stanno cambiando, anche se non ce ne rendiamo conto. Ben
vengano i “green district” se diventano icone del cambiamento, ma non
dimentichiamoci degli ambiti urbani che più hanno bisogno del
cambiamento green. Se li escludessimo tradiremmo i principi
essenziali dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile introdotti
dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.
Fonte : GBC Italia