Reportage di Paola G. Lunghini
Il Prefetto di Salerno è una solare, elegante e vivace signora che ama i colori e il mare. A Salerno, a quanto pare, Gerarda Maria Pantalone ( che è nata in provincia di Caserta) ha l’ aria di trovarsi molto bene nonostante gli innumerevoli problemi che la fortissima crisi economica italiana ha provocato anche e persino nel comparto di punta della provincia: l’ agroalimentare.
Segnali di ripresa non se ne vedono, e sempre più numerosi sono i posti di lavoro a rischio : da Prefetto, Gerarda Maria Pantalone sta gestendo, in questo periodo, qualcosa come 102 “ tavoli di crisi” .
Con tale retroterra ben si comprende dunque l’ entusiasmo di Gerarda Maria nell’ introdurre – sabato 21 luglio – i lavori dell’ incontro di presentazione ( a un gruppo di Manager in visita al cantiere ) di una grande e bella iniziativa di sviluppo che «proietta Salerno in una nuova realtà» : la ormai abbastanza famosa “Marina d’ Arechi” .
Ma andiamo con ordine, come si dice nel linguaggio giornalistico più bieco.
I Manager in questione erano una quindicina, ed erano tutte donne : associate di due associazioni femminili , cioè AIDDA ( associazione donne imprenditrici e dirigenti d’ azienda, nella fattispecie della delegazione Campania ) , e AREL-Associazione Real Estate Ladies . L’ incontro tra le due entità associative era stato creato e organizzato da Antonella Chechile, giovane imprenditrice immobiliare salernitana che a entrambe le associazioni appartiene con ruolo direttivo. (L’ idea di far visitare alle Ladies Marina d’ Arechi era nata in ambito EIRE- Expo Italia Real Estate , la Fiera immobiliare svoltasi ai primi di giugno a Milano. In cui il Gruppo promotore della Marina esponeva il progetto).
Detto, fatto. Andiamo allora a vedere questa ormai abbastanza famosa Marina! Alla cui guida operativa c’è una molto energica signora , Anna Cannavacciuolo , consorte del developer : il quale si chiama Agostino Gallozzi ed è Presidente di un Gruppo che a Salerno, e in Italia, è da molti decenni una realtà economica di primaria importanza, sinora attivo però soprattutto nel trasporto e nella logistica marittima, portuale e terrestre, con uffici da New York a Shanghai. (Per comprendere , basti sapere che il padre di Agostino – Giuseppe, detto Joe- , fondatore del Gruppo, venne nel 1984 nominato “ Member of the British Empire “ da Sua Maestà la Regina Elisabetta II. E che Agostino nel 2004 venne nominato Cavaliere del Lavoro, ed eletto nel 2007 alla presidenza di Confindustria Salerno)
La storia della Marina. Da sempre impegnato in un’azione di sviluppo della propria terra , motivato da una fortissima passione per il mare e la nautica, Agostino- già negli anni novanta- ha un progetto visionario: la realizzazione di un grande, bellissimo porto turistico sul “ suo “ litorale. Che, vista la cronica carenza di posti barca nel “ suo “Golfo ( per non dire dell’ Italia tutta -e così come dico da tempo io- « la Croazia ringrazia » ), assicuri un nuovo sviluppo economico e urbanistico nell’ area est della “ sua” città.
Una grande infrastruttura, anche se bella, è comunque sempre impattante sul territorio. Agostino sa che il percorso sarà lungo e difficile e allora- difficile per difficile – individua un ‘ area litoranea di proprietà comunale così degradata che più di così non si può. Vicino a questa “ schifezza”, però, c’è lo Stadio, con tutto il suo “ corredo di viabilità” che con la Marina si può magari migliorare !
Nel 2002 ne ottiene la concessione. Chiama al suo fianco un team di professionisti giovani ma già molto skilled – capofila l’ ingegner Guglielmo Migliorino – e li fa lavorare con specialisti internazionali : tra i quali il “ fiore all’ occhiello” è l’ archistar Santiago Calatrava, che firmerà l’ edificio centrale con la sua inconfondibile “ cifra”.
Per fare queste cose, si sa, in Italia ci vogliono anni. Finalmente, nel 2010, il processo autorizzativo è completato e il cantiere può iniziare. Agostino ci mette molti soldi suoi, ma trova anche l’indispensabile appoggio di un sindacato ( di cui fanno parte le “ solite banche” , leggi BNL, Intesa, MPS, etc, con una quota anche di un Istituto locale).
Ma non ci sono solo i posti barca e gli ovvi servizi, questo forse è il “ meno”.
La Marina ( 21 pontili e banchine, per uno sviluppo complessivo di ormeggi per circa 4.800 metri) deve diventare “ Marina d’ Arechi Port Village”, un luogo aperto alla città, capace di essere un spazio di incontro, con tanto di promenade e giardini ( per 27 mila metri quadrati), di eventi…e, perché no, deve contenere anche un albergo ( un bel 4 stelle , affidato a un grande brand, ci sono trattative in corso sia con investitori che catene ).
Nessuno sviluppo residenziale fa parte del programma : no, grazie, se no il progetto sarebbe diventato il «solito discorso da speculazione immobiliare ». E il litorale di Salerno di ciò non ha proprio bisogno. Qui si « crea lavoro», e -a Porto finito- per molte, molte centinaia di persone , per non dire dell’ indotto.
La PA è d’ accordo e, quando partono gli appalti, la PA si impegna al massimo perché non sorgano intralci. Marina d’ Arechi , ha spiegato il Prefetto Pantalone durante l’ incontro ut supra, è stato il primo “ Patto di Legalità” con i privati in Italia ( la notizia , poichè era una buona notizia, non ha ovviamente trovato sulla Stampa, se non quella locale, quasi nessun risalto, ndr).
In due anni, i primi 400 posti barca – sui mille che vuole fare – sono realizzati e, nell’ aprile 2012, Marina d’ Arechi viene ufficialmente inaugurata. Alla fine del corrente anno verranno terminati gli altri 600 : le tipologie , come è logico, sono diverse, la Marina è in grado di ospitare barche da meno di 10 metri e per yacht da 70…Lo specchio d’ acqua complessivo è di circa 340 mila metri quadrati, e la profondità dei fondali all’ ingresso del Porto è di 8 metri.
Mille barche, e mille posti auto compresi nel “prezzo”: le aree a terra sono di circa 32 mila metri quadrati e, oltre alla “ passaggiata” comprendono un Anfiteatro per spettacoli ed eventi, e una quantità di piccoli “ chioschi” con attività di servizi , ristorazione, etc .
Il collegamento tra le aree a terra e la Marina vera e propria avverrà tramite il “ ponte strallato” di Calatrava , che condurrà appunto al “ Calatrava Building” ( funzioni ricettive, commerciali, sportive, di benessere , etc, per una superficie commerciale complessiva netta di oltre sei mila metri quadrati , e quasi quattro mila tra terrazze e porticati) : un “ Club nautico “ molto allargato e aperto al pubblico. I lavori per questo che sarà un flagship del litorale inizieranno nel 2014 per terminare nel 2016 ma già oggi la “ firma” dell’ archistar ( che costa, e tanto !) costituisce anche – nell’ attività commercializzazione di Marina d’ Arechi – un driver.
Oggi. Al di là della quota ( 10% dei posti barca ) che deve essere “a disposizione” per il transito e per legge, la strategia di marketing del Gruppo promotore prevede che il 30% circa dei 1000 posti barca ( aumentabile al 40, forse) sia venduto. E quelli collocati sono già oltre un centinaio : la maggior parte, si intende, sono quelli “ piccoli” ma- come sempre accade- i primi ad essere stati venduti sono stati i posti per i maxi yacht. Prezzo dei “ piccoli” : 100 mila euro IVA compresa. Poi, si sale in proporzione.
I posti in affitto “ vanno via da soli” , un po’ perchè si parla solo di qualche migliaio di euro all’ anno, quasi poca cosa rispetto al “ valore “ della barca , e un po’ per la cronica mancanza di posti barca nella zona, come sopra detto.
Il developer “ gestisce in proprio” la commercializzazione. E non appare per nulla preoccupato per i posti costruendi, la domanda c’è , eccome se c’è… E intanto “gestisce la gestione “ , che già arriva ad alcuni milioni di euro/anno di costi.
Circa la tecnologia che Marina d’ Arechi la caratterizza, preferisco non dire ( troppo complicato per la mia penna, ma mi ha colpito il fatto che la “ diga “ di protezione- 6 metri in pietra naturale – è lunga 1,2 chilometri, 60 metri al piede, 7 metri in sommità ) rimandando il tutto al sito www.marinadarechi.com.
Una ultima nota però si impone: questo è un investimento da 120 milioni di euro, in cui il Gruppo promotore agisce da solo, con Invitalia come unico partner («Invitalia fa solo il suo mestiere di Fondo di investimento»).
Due terzi di questi quattrini sono già stati spesi.
Dieci anni per rientrare dall’ investimento? Auguro ad Agostino che “ ce la faccia prima”. Intanto, in questo “ gateway della Costiera” già moltissime persone ci lavorano .
E tutto ciò è nobile bello. E non è una favola, è tutto vero.
NOTA : per chi non fosse pratico della storia di Salerno, Arechi ( andate sul web) era un parente stretto di Adelchi. Principi longobardi di imperitura memoria.
Nella foto, Gerarda Maria Pantalone, Prefetto di Salerno dall’ aprile 2012