di James Hansen, NOTA DESIGN
L’aforismo secondo il quale “Un esercito marcia sul suo stomaco” è solitamente attribuito a Napoleone Bonaparte, come del resto anche molte altre cose che con ogni probabilità non disse mai. Comunque sia, esprime un’importante verità militare. Per combattere bene, i soldati devono mangiare bene.
Un problema è che le razioni da campo non solo devono essere nutrienti, ma anche minimamente buone da mangiare. Altrimenti le truppe le buttano via e vanno a trovare di meglio, mettendo a rischio sia la disciplina militare sia la propria salute.
Disegnare una gustosa pietanza da campo richiede qualcosa in più di un sapiente dosaggio di sale e pepe. Le specifiche americane per le razioni da combattimento richiedono che, oltre ad essere commestibili, debbano poter essere conservate – senza refrigerazione e pronte da mangiare – per almeno tre anni a una temperatura di 27° C. È bene inoltre che si possano, a necessità, lanciare da un velivolo senza paracadute.
Il “MRE (‘Meal, Ready-to-Eat’) Pepperoni Pizza with Cheese and Sauce” entra ora in servizio presso le forze armate Usa dopo sei anni di sviluppo al Combat Feeding Directorate dell’US Army. “La pizza è stata il sacro graal delle razioni”, dicono i ricercatori, “Difficilissima, ma le truppe la chiedono da anni”.
Secondo il Vice-direttore del CFD, Jeremy Whitsitt, “Chi la prova dice che somiglia alla pizza della sera prima lasciata in frigo. È un grande complimento se si considera che la crosta, la salsa di pomodoro, il salame (‘pepperoni’ con due ‘pp’ è salame piccante per gli americani, ndr) e il formaggio devono sopravvivere per tre anni nella stessa busta senza guastarsi, diventare stantii o ammuffire”.
La difficoltà maggiore è sorta con la mozzarella. Il trattamento per renderla resistente alle difficili condizioni di conservazione ha fatto sì che non si fonda più a nessuna temperatura. Volendo proprio riscaldare la pizza da campo, si consiglia di immergere la busta in acqua bollente per qualche minuto prima del consumo.