Il patrimonio gestito dai fondi immobiliari in Europa dovrebbe superare i 626 miliardi di euro a dicembre 2018, con un aumento previsto di oltre il sei per cento rispetto all’anno precedente. Prosegue, dunque, la fase di crescita del risparmio gestito in fondi immobiliari con un patrimonio complessivo raddoppiato rispetto al 2010. Questi sono alcuni dei dati emersi oggi nel corso della presentazione dell’aggiornamento del Rapporto 2018 “I Fondi immobiliari in Italia e all’estero”, realizzato da Scenari Immobiliari in collaborazione con lo Studio Casadei che ha curato la parte di analisi finanziaria.
Anche l’Italia segue il trend europeo. Nel 2018 si stima che il patrimonio complessivo possa raggiungere i 55 miliardi di euro (+2,8 per cento), gestiti da 430 fondi, cresciuti nel numero anche per l’utilizzo come veicolo da parte dei soggetti esteri che, in modo crescente, operano nel mercato immobiliare italiano. Il comparto degli uffici continua a trainare gli investimenti concentrando oltre il sessanta per cento, seguito dal retail. L’indebitamento del sistema fondi è in costante calo: 23 miliardi di euro con un’incidenza del 38 per cento sul patrimonio, mentre nel 2010 era pari al 57 per cento. L’asset allocation globale vede un lieve incremento degli uffici e del commerciale. Buone le prospettive per il 2019, sulla base delle indicazioni raccolte tra le sgr, con una previsione di circa 56 miliardi di euro di patrimonio (+2,8 per cento) gestito da 440 fondi immobiliari. L’annunciata politica delle privatizzazioni di beni pubblici potrebbe dar vita a nuovi e importanti fondi immobiliari, come accaduto nel decennio passato.
“Il mercato immobiliare europeo – ha sottolineato Mario Breglia presidente di Scenari Immobiliari – continua ad attrarre capitali e a mantenere risultati stabili, pur trovandosi a gestire le difficoltà derivanti dall’aver raggiunto in alcuni Paesi la fase matura del ciclo. Il comparto residenziale, in particolare, è in crescita in molti mercati, con un generalizzato aumento delle compravendite che a fine 2018 dovrebbe toccare gli otto punti percentuali, dopo la crescita dell’undici per cento del 2017 sul 2016. Il 2018 è stato caratterizzato da uno sviluppo diffuso e graduale, con un ritorno all’omogeneizzazione dei trend tra Paesi ad eccezione di punte di eccellenza, è il caso dei veicoli lussemburghesi e svizzeri, e di un sensibile decremento, oltre il tredici per cento, della Gran Bretagna. Da gennaio 2019, con la fine del Qe, i mercati europei affronteranno un territorio sconosciuto ma le rassicurazioni della BCE in merito al permanere di una politica accomodante e di sospensione degli aumenti dei tassi fino all’estate 2019 continuano a sostenere la minore vulnerabilità dei fondi immobiliari rispetto ai mercati finanziari. In Italia andamento positivo con le attese di possibili fondi immobiliari pubblici a sostegno delle dismissioni”.
L’industria immobiliare finanziarizzata italiana è rappresentata da un patrimonio immobiliare di circa 69 miliardi di euro (circa 62 miliardi di euro nel 2017) distribuito fra diversi strumenti d’investimento quali fondi immobiliari destinati al pubblico retail, fondi immobiliari destinati ad investitori istituzionali (fondi riservati), Siiq (Società di investimento immobiliari quotate), società immobiliari quotate, Sicaf (Società di investimento per azioni a capitale fisso).
Complessivamente, al 30 giugno 2018, la capitalizzazione dell’industria del settore immobiliare finanziarizzato italiano (fondi retail, alle Siiq e alle società immobiliari quotate) si è attestata a circa 3,9 miliardi di euro, in aumento del 4% rispetto al dato del nel primo semestre 2017.
Fonte : Company