DLA Piper, il principale studio legale internazionale presente in Italia, ha organizzato il 30 ottobre a Milano la quinta edizione del real estate summit Quo Vadis Italia?, in collaborazione con CBRE, Cushman&Wakefield, GVA Redilco, JLL, ULI Urban Land Institute.
L’appuntamento ha riunito il gotha internazionale del settore immobiliare, un’opportunità di networking e di discussione unica con oltre 40 top manager internazionali e nazionali – di cui circa il 50% donne – di primari investitori, banche e società di gestione – in rappresentanza di oltre 200 miliardi di euro di assets under managerment – hanno offerto in sette differenti panel il punto di vista sugli investimenti immobiliari, delineando le opportunità offerte dal mercato italiano.
Oltre il 70% degli investimenti immobiliari in Italia nel 2017 proveniva da capitali internazionali, una percentuale destinata a crescere e incrementare di anno in anno: si stima che, a fine 2018, la percentuale possa superare il 75%.
Obiettivo del Quo Vadis Italia? è stimolare il dibattito fra gli investitori stranieri ed italiani e conoscere la view del capitale internazionale sul mercato immobiliare italiano: lo stock è sufficiente? Il prodotto disponibile è conforme alle aspettative degli investitori internazionali? Che impatto ha il nuovo governo sulla valutazione del rischio politico? Ci sarà capitale straniero per finanziare progetti di sviluppi immobiliari?
L’interesse degli operatori internazionali continuerà a crescere o siamo a un punto di svolta?
Promotore del Quo Vadis Italia? è l’avvocato Olaf Schmidt, Co-Managing Director per l’Europa e il Medio Oriente e Co-Responsabile del Sector Real Estate Global di DLA Piper, che ha introdotto così l’avvio dei lavori: “Desidero ringraziare tutti coloro che sono intervenuti alla quinta edizione del Quo Vadis Italia, importante momento di confronto e analisi delle opportunità globali di mercato, con importanti letture e punti di vista sugli attuali trend: nonostante l’attuale clima politico difficile e quasi ostile verso l’Europa, l’Italia continua ad attrarre l’interesse degli investitori internazionale. Esiste però una netta differenza tra chi è già presente nel mercato e chi non ha ancora investito in Italia. Mentre i primi prendono una visione di medio-lungo periodo e si fidano della capacità del mercato italiano di resistere alle attuali tendenze, chi no ha ancora messo piede nel nostro paese preferisce aspettare per il momento.
Gli investitori internazionali sono soprattutto alla ricerca di opportunità nel settore residenziale, declinato sotto ogni forma, dallo student housing al microliving fino alla sua interpretazione tradizionale e al senior living o residenziale assistito. Ma il prodotto scarseggia, dobbiamo essere pronti e veloci nel saper rispondere a questa domanda di mercato.”
A evidenziare i trend e l’andamento del mercato italiano e i suoi numeri l’avvocato Paolo Foppiani, Partner DLA Piper: “Quale è la situazione attuale per il mercato italiano? Come si posiziona il nostro Paese nello scacchiere dei grandi investitori internazionali? Gli interventi odierni hanno mostrato un andamento anticiclico rispetto ai trend globali.
A dispetto della attuale situazione politica, il nostro mercato immobiliare continua ad attrarre capitali domestici e internazionali, con una costante ricerca e tensione verso prodotti di elevata qualità. Il real estate è un’asset class che continua a crescere anche a livello europeo, con un monte investimenti complessivo che nel primo semestre 2018 ha raggiunto i 105 miliardi di euro, in crescita il settore uffici con 52,7 miliardi di euro (+6%), retail a 24,2 miliardi di euro (+10%), mentre calano l’industriale che registra 12,6 miliardi di euro (-25%) e gli hotels a 7,4 miliardi di euro (-11%). Nonostante un calo del totale complessivo degli investimenti, che nel primo semestre 2018 hanno toccato i 3,7 miliardi di euro (in calo del 23%), il settore uffici ha raccolto 1,3 miliardi di euro (-30%), mentre il retail è cresciuto del 31% raggiungendo 1,5 miliardi di euro, il settore industriale ha raccolto 0,6 miliardi di euro (+57%), mentre calano del 50% gli investimenti nell’hotellerie con 0,3 miliardi di euro.
Milano si conferma una realtà privilegiata per gli investimenti immobiliari, l’unica in grado di competere con le altri grandi capitali europee ma in grado di offrire pricing ancora competitivi. Uffici e high street la fanno ancora da padrone ma gli investitori stranieri confermano l’interesse a investimenti massicci nel settore residenziale.”
Francesco de Blasio, Partner DLA Piper, ha aggiunto: “La quinta edizione del Quo Vadis Italia ha confermato i trend in atto nel mercato italiano del real estate: grande interesse verso gli investimenti immobiliari in Italia, nonostante gli effetti potenziali della situazione politica, considerato che l’asset class si conferma adeguata per coloro che abbiano interessi di medio lungo periodo. Molto interessante notare, come accanto a tradizionali categorie, come quello degli uffici, stia raccogliendo sempre più interesse quello della logistica, anche alla luce dei veloci cambiamenti sulla catena distributiva con l’arrivo di nuovi player e della crescente presenza dei giganti dell’e-commerce.
Nel corso dell’intervento di apertura, Andrew McCaffery – Global Head of Strategic Client Investments in Aberdeen Standard Investments – dedicato al tema “Equity, Debt and Alternative Assets” ha evidenziato come, in una valutazione di rischi e opportunità in termini di ritorni, analizzando un orizzonte temporale dei prossimi cinque anni, asset quali “europe ex uk commercial property” o “infrastructure renewables” siano in grado di ipotizzare dei ritorni attesi tra il 4% e il 5%, i “global commercial property” di circa il 3% e le “us commercial property” di circa il 2%, contro “euro inflation linked govt bonds”, “euro govt bond” che superano di poco l’1% o “us equities” che si avvicinano all’1%.
L’analista ha quindi sottolineato un forte interesse nei confronti di settori alternativi: citando il rapporto “PwC Emerging Trends in Real Estate Asia Pacific 2018”, i principali ambiti in cui gli investitori sono oggi attivi o hanno a breve pianificato investimenti sono il senior housing e affordable housing (16%), seguiti da student housing, business parks e shared services offices (14% per ogni voce), quindi data centers (11%) e altre.
In tale contesto macroeconomico, il real estate europeo si è sicuramente saputo distinguere con un rolling annual asset level total returns che si conferma stabilmente al 14,5%, superando quello di tutte le altre macro aree a livello mondiale.
Quali le aspettative per il mercato italiano? A fronte di una crescita attesa sugli office rental di circa il 10% per Milano – quarta piazza europea dopo Stoccolma, Berlino e Amsterdam – la stima di crescita (a un anno) è del 3,8% per Milano e dell’1,6% per Roma.
Secondo CBRE, il volume degli investimenti retail nel trimestre è in linea con i trimestri precedenti, mentre si è consolidata la crescita dei canoni nel settore high street – Milano a 7.400 Euro mq anno, Roma a 7.200 Euro mq anno – a fronte di una stabilizzazione dei canoni prime per centri commerciali sia a Milano che a Roma.
Analizzando i dati di “Winning in Growth Cities”, rapporto annuale pubblicato da Cushman & Wakefield, che studia l’attività di investimento nel settore degli immobili commerciali e classifica le città in base alla loro capacità di attrarre capitali, gli investimenti nel mercato immobiliare globale hanno fatto registrare una crescita su base annua di ben 18 punti percentuali, toccando il nuovo record di 1.800 miliardi di dollari nei 12 mesi precedenti giugno 2018.
Per quel che riguarda le piazze più attrattive, l’Europa ha ben quattro città su 5 nella top 5 delle città con maggiore appeal per i capitali internazionali, con Parigi e Amsterdam che si confermano al terzo e quarto posto per il secondo anno consecutivo, mentre Madrid entra per la prima volta nella top 5 dal 2009. L’unica città tedesca nella top 10 è Berlino, in controtendenza rispetto al 2017, quando la Germania, con tre città in classifica, aveva ottenuto il migliore risultato di sempre. Le città tedesche, comunque, continuano a registrare una domanda molto vivace, che conferma il loro buon posizionamento nella top 25 delle città con maggiore appeal per gli investitori cross-border.
Milano, il principale mercato di investimenti immobiliari in Italia, pur non rientrando nelle top location per volumi a livello globale, si conferma tra i target degli investitori per il 2018/2019 sia per le asset class tradizionali degli uffici, retail e logistica, sia per quelle “alternative” con particolare attenzione al segmento dello “student housing”. Tutte le categorie di investitori guardano con interesse all’Italia con strategie e target diversi e Milano rappresenta sicuramente la città “gateway” di questo mercato.
Fonte: Company