Va dato atto a Stefano Scalera, Direttore dell’ Agenzia del Demanio, che accendendo (con il Convegno “ SIIQ : nuovo strumento, nuove opportunità”, svoltosi a Milano il 27 giugno) i riflettori sulle Società di investimento immobiliare quotate egli ha compiuto un atto meritorio. Gli va dato merito, anche, di aver coinvolto nell’ incontro un Panel davvero eccezionale, composto com’ era da Alessandro Balp (Partner dello Studio Legale Bonelli Erede Pappalardo), Aldo Mazzocco ( AD Beni Stabili SIIQ e Presidente Assoimmobiliare), Massimo Tononi ( Presidente Borsa Italiana ) e Giuseppe Vegas ( Presidente CONSOB); cui si è aggiunto , anche se fuori-programma, Gareth Lewis, Finance Director EPRA ( l’ associazione europea delle società immobiliari quotate).
Oddio, definire “ nuovo “ uno strumento che ha sei anni di vita è forse azzardato. Occorre però dire che in questo tempo hanno richiesto e ottenuto lo status di SIIQ solo due società : IGD e appunto Beni Stabili. In Francia- dove le società omologhe sono decine- esse hanno attirato in uno solo anno ben 13 miliardi di investimenti, si sono effettuati 24 miliardi di transazioni , con 2 miliardi di exit tax : i dati sono stati forniti da Aldo Mazzocco, il quale “ sogna” per l’ Italia una SIIQ pubblica, “ una ENI dell’ immobiliare .
Certo, da noi le barriere poste dalla Legge sono molteplici , come gli esperti ben sanno, ma forse non ci sono solo le difficoltà normative a impedire lo sviluppo dello strumento : che al real estate tanto bene farebbe. C’è anche un salto culturale da compiere, e non di poco conto, per gli attori del mercato. E molta “ moral suasion” da fare nei confronti di soggetti che “ potrebbero ma non vogliono”…La trasparenza , che per la SIIQ è un indiscusso obbligo, non piace a tutti. ( PGL)