Il Parco Archeologico di Selinunte verso l’ autonomia

“Sto preparando un articolo nel collegato alla Finanziaria Regionale che prevederà il passaggio del Parco Archeologico di Selinunte a Titolo Primo, significa dare piena autonomia a Selinunte così come l’ha già Agrigento e dunque tutto ciò che il Parco introita lo può reinvestire  con l’assoluta libertà, fatte salve quelle che sono le normali leggi di contabilità dello Stato,  per attività riguardanti la manutenzione, la promozione, la gestione ed il miglioramento del sito. Il Parco potrà diventare una vera e propria industria culturale al servizio del territorio”. Lo ha annunciato Sebastiano Tusa, Assessore ai Beni Culturali ed all’Identità della Regione Sicilia, giunto in visita al Parco Archeologico di Selinunte dove con il Direttore, Enrico Caruso, ha accolto la Guida Ambientale Escursionistica AIGAE, Vienna Cammarota, giunta a piedi dalla Repubblica Ceca, sulle orme del viaggio compiuto dallo scrittore tedesco Wolfgang Goethe, nel 1787.

Numerosa la stampa presente che ha assistito alla riscoperta del Battistero Bizantino del VI Secolo d.C. di notevole importanza.  Presente Violetta Francese, Coordinatrice delle Guide AIGAE della Sicilia.

“Sono convinto che le prospettive siano rosee per Selinunte, anche perché c’è un bravo Direttore che sono sicuro potrà portare avanti dei progetti  – ha proseguito Tusa – che possano completare un’opera, iniziata da molti anni e che non si è conclusa quando si doveva concludere. Sono convinto che l’architetto Caruso riuscirà a colmare queste lacune, portando a termine progetti come l’adeguamento museale dell’offerta culturale dell’ex Baglio Florio che dovrà diventare il biglietto da visita, spiegare la storia di questo sito. Poi arricchire tutto il Parco di una serie di corollari di visita basati e legati ai vari singoli aspetti monumentali nelle varie strutture moderne , nei vecchi  casolari che il Parco ha, dove si potranno allocare mostre mirate ai luoghi in cui ci si trova.  In questo modo chi vorrà, potrà arricchire la conoscenza dei vari luoghi come i Santuari della Gaggera, piuttosto che l’Agorà di Manuzza o le Mura, attraverso determinati approfondimenti di visita allocati nei vari luoghi del Parco. Sono certo che potrà diventare certezza nella convinzione che Selinunte è una delle zone archeologiche più importanti del Mediterraneo e può diventare un qualcosa di estremamente utile per il rilancio culturale della Regione perché dobbiamo pensare ad elevare il livello culturale. Pensare ai  giovani”.

La Sicilia punta sulla cultura.

“Abbiamo fatto in modo che l’introito dei biglietti, rimanga nella struttura dei beni culturali per risolvere alcuni problemi manutentivi  – ha continuato Tusa – e di gestione dei Musei . Parliamo di ben 23 milioni di Euro. Abbiamo messo 10 milioni di Euro per i siti Unesco”.

Selinunte da Parco Archeologico a Parco Archeologico e Paesaggistico :  “Dopo avere attivato già da un anno la ricerca sulla geomorfologia con l’Università di Camerino – ha dichiarato Enrico Caruso, Direttore del Parco Archeologico di Selinunte –  abbiamo attivato con l’Università di Palermo lo studio sulla Botanica nella consapevolezza che la Botanica a Selinunte sia un elemento fondamentale perché connotante con il suo paesaggio archeologico, in quanto è molto facile capire Selinunte per l’archeologia ma accanto ai Templi c’è tutto l’aspetto vegetale, l’aspetto delle valli, i fiumi e tutto questo crea un complesso davvero originale di competenze che il Parco deve tenere in grande considerazione. Ecco perché abbiamo avviato questa ricerca che partirà dalla pianta più piccola fino ai muschi. L’aspetto botanico è così importante, perché connotante, al punto che ho proposto all’Assessore, professore Sebastiano Tusa, di valutare se non sia il caso di intervenire sulla legge 20 del 2000 che è ha istituito i Parchi Archeologici e di valutare anche un ampliamento della dizione in modo tale che da Parco Archeologico, Selinunte possa essere Parco Archeologico  e Paesaggistico. Perché con il termine paesaggistico possiamo far rientrare tutti gli aspetti che a Selinunte, negli ultimi anni sono stati poco attenzionati . Stiamo lavorando anche sull’obiettivo di creare un’attenzione su quella che è la storia del paesaggio agrario in modo tale che alcuni dei terreni  dei 300 ettari del parco, possano diventare fruttiferi nel senso che i frutti che noi riusciremo a recuperare da qyuesti campi attraverso il grano, i ceci, la lenticchia, gli ulivi potranno produrre un ritorno di immagine ed economico che sarà utile per finanziare ulteriori progetti di ricerca”.

 

Fonte : Parco Archeologico di Selinunte