Nonostante l’entrata in vigore della Direttiva Europea sui Pagamenti (PSD2) sia ormai imminente (13 gennaio 2018), solo poche banche europee sono oggi pronte per affrontare questo cambiamento: infatti, all’inizio dell’estate 2017 il 38% delle banche risultava ancora nella fase preliminare di identificazione dei possibili impatti legati al raggiungimento della compliance, mentre solo il 9% aveva già avviato la fase di implementazione dei requisiti della PSD2.
Nello studio – dal titolo “Waiting until the Eleventh Hour” – PwC ha raccolto la posizione di 39 tra le maggiori banche europee, dislocate in 18 Paesi. Le indagini, realizzate nella prima metà del 2017, rivelano che due terzi degli intervistati ritiene che la PSD2 impatterà tutte le funzioni della banca, con importanti interconnessioni con altri regolamenti.
L’introduzione della PSD2 determinerà un nuovo contesto, in cui potranno giocare alla pari i nuovi entranti e gli operatori più tradizionali, grazie a nuove opportunità di competizione e di innovazione dei servizi di pagamento. Sulla base della nuova Direttiva, le banche europee dovranno rendere disponibili a terze parti i dati relativi ai conti di pagamento dei clienti assicurando comunque un adeguato livello di sicurezza. La PSD2 rappresenta così un ulteriore progresso verso il modello di “open banking” in cui le fintech avranno la possibilità di innovare fortemente il mondo dei pagamenti.
Nel mese di gennaio 2018 il modello odierno di accesso alle informazioni dei conti di pagamento dei clienti ad esclusiva delle banche giungerà al termine. È incoraggiante registrare che quasi tutte le banche coinvolte nella survey (il 94%) stanno al momento lavorando sulla PSD2 e che due terzi degli istituti intenda fare leva sulla nuova normativa per modificare il proprio posizionamento competitivo.
Marco Folcia, Partner e PSD2 European Leader di PwC commenta: “La normativa PSD2 prevede una complessa implementazione che coinvolgerà molteplici stakeholder. Pertanto molte banche nel 2018 si concentreranno innanzitutto sul profilo della compliance rispetto ai nuovi requisiti. Tuttavia la sola compliance, sebbene sfidante, non sarà l’unica preoccupazione. Le banche hanno infatti bisogno di definire una risposta strategica per scongiurare il rischio di essere disintermediate da nuove soluzioni di terze parti, più orientate alle esigenze del cliente. Dovranno quindi analizzare il contesto emergente dei servizi di pagamento ed identificare nuove opportunità di ricavo, e la maggior parte degli intermediari finanziari ancora non si è attivata in tale direzione”.
Fonte : Company