Edifici intelligenti, sostenibili ad altissima efficienza energetica. Sono solo alcuni dei focus al centro del convegno ‘Un nuovo traguardo per la casa efficiente: la salubrità’, l’appuntamento formativo organizzato da “CQ – Costruire in Qualità” svoltosi negli scorsi giorni a Veronafiere. Il metodo costruttivo promosso da Ance Verona, Ordine degli Architetti, Ordine degli Ingegneri, Collegio dei Geometri e Collegio dei Periti Industriali, alza l’asticella e pone al centro della propria attività un tema che non sempre è stato centrale: la salubrità delle nostre case. Per la prima volta, quindi, mondi apparentemente lontani, come quello medico e quello delle costruzioni, non solo dialogano, ma collaborano insieme per garantire una migliore qualità della nostra vita.
“Quotidianamente – spiega Giuseppe Mosconi, direttore del Progetto CQ – passiamo circa l’80% del tempo in ambienti chiusi. Tra casa, ufficio, scuole, asili realizziamo la gran parte delle nostre attività indoor e, quindi, è necessario che in questi ambienti sia garantita la protezione da fattori inquinanti che provengono dall’esterno, ma anche che possono essere rilasciati da prodotti presenti all’interno dell’unità abitativa come materiali da costruzione o mobilio. Fondamentale diventa quindi la sensibilità ma anche la conoscenza di progettisti e costruttori riguardo a queste tematiche per poter garantire ambienti efficienti e salubri”.
Le criticità dal punto di vista ambientale sono aumentate. L’inquinamento urbano ha avuto un forte incremento negli ultimi anni, con conseguente crescita dell’incidenza delle patologie, ma le risposte tecniche e tecnologiche per chi costruisce abitazioni e progetta ambienti ci sono. “Le soluzioni – conferma Mosconi – sono state elaborate, sia dal punto di vista dei materiali, che da quello degli impianti, e sono in grado di garantire la salubrità delle case in cui viviamo. Esistono altresì dispositivi per il monitoraggio delle fonti di inquinamento indoor: sulla base dei dati recuperati si possono realizzare impianti che assicurano il ricambio dell’aria con filtri specifici e adeguati alle differenti esigenze”.
Un esempio sono i risultati ottenuti nell’edificio appena restaurato con il metodo CQ: riguarda un appartamento del quartiere Golosine (Verona) realizzato, come il resto del palazzo, negli anni ’70.
L’interdisciplinarità tra edilizia e medicina è emersa durante il convegno CQ dove è stato presentato un interessante caso studio. Le due diverse discipline convergono verso un unico obiettivo: risanare l’esistente garantendo efficienza energetica, qualità progettuale, comfort indoor e salubrità, caratteristiche che aumentano anche il valore dell’immobile stesso. L’intervento edilizio ha riguardato un appartamento condominiale degli anni ’70, di circa 90 metri quadri, situato nel quartiere Golosine di Verona. Fondamentale per la riuscita del progetto è stata la sinergia tra le diverse figure coinvolte: il progettista, il direttore di processo e le imprese.
Collaborazione facilitata dalla formazione comune ottenuta attraverso la piattaforma CQ – Quality Building. Per l’intervento di riqualificazione sono stati scelti materiali, isolanti e rivestimenti che potessero migliorare l’efficienza energetica, scongiurare il formarsi di condense/muffe superficiali e il rilascio di sostanze volatili. Queste situazioni possono avere ripercussioni sulla salute degli abitanti provocando vari tipi di patologie. In più, per garantire una qualità dell’aria interna sempre ottimale è stato installato un impianto di ventilazione meccanica controllata con un recuperatore di calore. Impianto che contribuisce anche alla riduzione dei consumi energetici.
“Questo intervento – chiarisce il direttore del Progetto CQ, Mosconi – dimostra come l’efficienza e la salubrità di una casa siano obiettivi raggiungibili anche in ambienti non necessariamente nuovi. L’importante è che la ristrutturazione preveda tecnologie adeguate e si basi su conoscenze precise della materia da parte di professionisti e imprenditori”.
Fonte : Company