Secondo gli ultimi dati di CBRE Group, Inc, il mercato europeo degli
investimenti immobiliari negli ultimi tre mesi del 2012 ha mostrato una forte accelerazione, sia
rispetto al trimestre passato (+48%) sia rispetto allo stesso periodo del 2011 (+16%). Il dato annuo si
conferma in linea con quello del 2011, pari a 120 miliardi di Euro, pur nascondendo dinamiche molto
differenti da Paese a Paese.
Infatti, l’aumento dei volumi nei Paesi più solidi dell’Europa Occidentale ha compensato il
rallentamento delle attività nei paesi del Sud-Europa e di quelli della zona CEE, nonostante il buon
risultato di fine anno per Russia e Polonia. Da sottolineare che, per la Polonia, il quarto trimestre
2012 è stato il più dinamico dal 2006.
In particolare, nel corso del 2012 sono state confermate le dinamiche emerse alla fine del 2011:
flight to quality degli investitori, sempre più avversi al rischio, e ritorno d’interesse per mercati
secondari con valori resi appetibili dal repricing avvenuto dalla crisi a oggi. Nel primo gruppo di
mercati, Germania, Nordics (soprattutto Norvegia) e Londra hanno fatto registrare volumi annuali
record e nel secondo gruppo Spagna, Irlanda e Polonia hanno fatto registrare una forte crescita dei
volumi nell’ultimo trimestre, comunque ancora inferiori ai livelli pre crisi. La Francia, pur con un
volume investito negli ultimi tre mesi in crescita, ha chiuso l’anno con una contrazione del 10% circa,
rispetto al 2011.
L’Italia, con un volume di 2.6 miliardi Euro è tornata sui livelli del 2001, uno dei volumi d’investimento
più bassi mai registrato negli ultimi dieci anni. I fattori che hanno pesato maggiormente sul risultato del
nostro Paese sono stati di natura esogena al mercato immobiliare: la crisi sul debito sovrano, che ha
fatto schizzare a livelli record lo spread tra BTP e BUND, con effetto principale quello di allontanare
definitivamente gli investitori internazionali dall’Italia; la nuova tassa sugli immobili (IMU), che ha
lasciato in attesa fino alla fine del 2012 gli investitori sia domestici sia internazionali; l’incertezza
politica ed i timori legati a una possibile uscita dall’Euro.
«Negli ultimi mesi dell’anno – afferma Alessandro Mazzanti, Amministratore Delegato di CBRE
Italia – abbiamo però registrato una leggera inversione di tendenza anche sul mercato italiano, ancora
non visibile nel numero di transazioni realizzate. Gli elementi intervenuti a modificare lo scenario
negativo che ha travolto l’Italia dalla seconda metà dello 2011 riflettono gli effetti positivi che, sia le
azioni del governo tecnico guidato da Mario Monti sia la manovra della BCE, hanno avuto sulla
percezione degli investitori internazionali sull’Italia che è migliorata in modo significativo. Se a questi fattori .
nel corso del primo trimestre 2013, si aggiungeranno una
conferma della linea politica nazionale condotta nell’ultimo anno e un allentamento dei criteri di
finanziamento da parte delle banche, probabilmente nel 2013 assisteremo a un ritorno graduale
anche degli investitori internazionali core sul nostro mercato, con un volume di investimenti che
potrebbe crescere del 20-25% rispetto al 2012, comunque ancora molto lontano dai livelli record
raggiunti prima della crisi».
Fonte : Company