Una conversazione ( con “ritratto”) con Davide Albertini Petroni, Executive General Manager di Risanamento

di Paola G. Lunghini

Ti guarda con quegli occhi aguzzi color del vento e – con tua sorpresa – ti confida che a Milano ci si trova benissimo.

Sorprendente, vero?, per uno che è nato nella Capitale , e che  vi ha abitato per i “ suoi primi quarant’ anni”!  E che , a sorpresa, prosegue: «A Roma proprio non ci vivrei più. E’ caotica, rumorosa, sempre più degradata, immobile».

E’ che Davide Albertini Petroni,  di città , ne conosce tante. A New York, ad esempio, per anni vi ha trascorso 4/ 5 giorni in media al mese.  A Parigi , per ancor più anni, almeno un giorno alla settimana.

Londra, la “ prediletta” .

Ma è familiare con ancora tanti e tanti altri  luoghi, vissuti per motivi di lavoro o di vacanza.

Pensavo fosse un irrequieto, Davide. Invece è semplicemente “ affamato di vivere”.

Un viaggio non è per lui un obbligo o una fatica, ma una desiderata e realizzata condizione di vita.

Non cercatelo  perciò a casa , durante il week end : non ve lo troverete mai. A seconda della stagione,  è la barca  o la casa in montagna. O una città d’ arte, in Italia  o all’ estero, anche solo per accompagnare la gentile consorte,  di ciò appassionata, a visitare una Mostra importante.  Basta non star mai fermo . Il venerdì sera la macchina è già caricata, si imbarca la famiglia e si va a Loano o in Engadina. O si corre in aeroporto con la carta d’ imbarco già in mano.

E poi c’è sempre e comunque Roma, per business o per salutare la famiglia originale. Quattro legatissimi fratelli.

Per fortuna il nucleo che lui si é costruito condivide questa continua smania di movimento (tre i figli : 17, 14 e 7 anni ,  il maggiore studia a Londra, scelta compiuta di comunissimo accordo. E così si va spesso anche nella “ prediletta” ).

Lui aveva appunto circa l‘ età che ha oggi il suo figliolo più piccolo  quando suo padre  (originario della Carnia,  Friuli, era medico, e scomparve prematuramente quando Davide aveva appena 22 anni ) lo iniziò all’ amore  per il mare, anzi , alla vela.  Che Davide ha praticato  sino ai vertici : sette campionati del mondo e due “ Admiral Cup”, nel 1987  nel 1989.

Ancora oggi, dunque, è soprattutto la vela a conferirgli quella perenne abbronzatura che ben gli conosciamo. Forse è il vento che gli ha inciso sul volto quelle linee d’ espressione ( si dovrebbe dire “ rughe”, ma non è gentile…  )  che contrastano con quell’ aria da ragazzo che ha, a dispetto dei 52 anni compiuti.

Ma è certamente la vela ad avergli dato un carattere e un fisico d’ acciaio.

« Non mi fa paura  nulla» , precisa. Affronta le difficoltà, e nel lavoro ne ha avute tante, con il coraggio di chi é abituato al mare aperto, che può essere tremendo ; e con spirito di squadra. E pure con il puntiglio  che gli deriva dalla laurea in ingegneria civile conseguita nel 1988 all’ Università La Sapienza di Roma.

« Ma oggi non sono solo un ingegnere» afferma. « Sono diventato quasi un esperto in tematiche societarie…per non parlare del diritto… » . Nel dirlo,  sul volto passa  l’ ombra di un forzato sorriso   : sappiamo tutti quante vicende giudiziarie  ( senza esserne mai stato personalmente scalfito) ha dovuto fronteggiare nella posizione che ricopre. Ma questo lo vedremo infra.

Non sorride spesso, Davide. E non mi è mai parso un tipo espansivo. Anzi, l’ ho sempre ritenuto molto riservato, e abbastanza diverso dallo stereotipo  dell’ “ immobiliarista romano”.

L’ ho conosciuto, credo, quando era Responsabile immobiliare del Gruppo Federici, e in questa qualità frequentava i meeting “ che contano” della community del real estate : il MIPIM a Cannes , i Forum di Scenari Immobiliari, le presentazioni dei Rapporti Nomisma, etc . (Precedentemente Davide aveva lavorato, come ingegnere, nell’ impresa Lodigiani e nella stessa Federici ).

Poi, nel 2003, il trasferimento a Torino, come Real Estate Development Director  dell’ IPI, all’ epoca FIAT Group.  Ci rimase un paio d’ anni e poi la chiamata di Risanamento, come Direttore Asset Management Italia.

Circa quattro anni in quella posizione, gli “ anni d’ oro” di Luigi Zunino. Partivano con clamore i progetti di “Milano Santa Giulia”, firmato tra gli altri dall’ archistar  Norman Foster  e successivamente quello  delle ex aree Falck a Sesto S. Giovanni, a firma di Renzo Piano.  Presentazioni faraoniche, con tanto di  partecipazione  al MIPIM  e alla neonata EIRE, continue visite “on the spot” da parte di  delegazioni internazionali , etc etc. Inizia, con la “ quota residenziale coop” e  il l’ HQ  Sky , il cantiere di Santa Giulia.

Il patron di Risanamento è una star , la rutilante rassegna stampa riempie infiniti faldoni.

Davide, vicino a siffatta persona, appare un po’ in ombra : ma “ fa” , e c’è da gestire e valorizzare  il patrimonio americano ( « bellissimo» ), e pure quello francese…splendido.

Nel 2009 Davide è “ promosso”  Executive General Manager di Risanamento.

Ma le cose si stanno mettendo male, l’ indebitamento è fuori controllo e in poco tempo – oltre alla  crisi finanziaria della capogruppo – iniziano le indagini della magistratura per le questioni ambientali del cantiere che ancora noi, a Milano, ci ostiniamo a chiamare  con l’ antico nome di Rogoredo.

La rassegna stampa ormai riguarda solo gli aspetti  del disastro. E i faldoni sono quelli  dei tribunali.

 

Mentre tutto precipita, oltre alla carica  in Risanamento  Davide assomma quella di AD di Santa Giulia, ed arriva a essere responsabile di ben 14 società controllate, in Italia e all’ estero.

Santa Giulia è bloccata, Sesto non può partire.

Nonostante l’ imperversare della crisi immobiliare che ha contagiato il mondo, a fine 2010 Davide  vende, «molto a malincuore ma benissimo» , il bellissimo  portafoglio americano che «rendeva tanto bene » :  il “660 Madison Avenue”, a New York passa alla newyorkese JSRE Acquisitions per 285 milioni di dollari, ed è il top deal del trimestre in USA.

 

Il resto è cronaca .

Risanamento, “ too big to fail” , passa di fatto nelle mani delle banche creditrici, Zunino viene estromesso, il noto manager “ risanatore” Claudio Calabi  diviene AD e incomincia la  attività per ristrutturare la situazione . E tante altre brutte cose ancora accadono sul fronte giudiziario, mentre a Santa Giulia la Stampa sostiene che  « non si vende più niente».

Risanamento sparisce per un lunghissimo periodo dal palcoscenico della comunicazione, sia italiana che internazionale.

Nel frattempo, le aree ex Falck  sono passate di mano.

Davide intanto non solo non molla. E’ lui che , quando finalmente arriva il momento, affronta  i media, si fa vedere ai convegni ( e vi prende anche la parola) , e pian piano diviene l’ “ uomo immagine” del Gruppo .

E’ lui che re-inizia il dialogo con l’ amministrazione milanese, per il rifacimento del progetto Santa Giulia.  E a gennaio 2014 lo presenta ufficialmente , totalmente ribaltato rispetto allo schema originale se non nella dimensione del parco : che sarà sempre di circa 330 mila metri quadrati.

La nuova Santa Giulia comprenderà 450  mila metri quadrati di  superficie edificabile  ( circa 80/ 90  mila saranno a uso retail) ,  con residenze in edifici “ bassi”. Nuove funzioni urbane, tra cui il “ Museo del Bambino”  e l’  “Arena”, centro della vita sociale e culturale di quello che – da “ landa desolata”, come è stato molto spesso definito in questi durissimi anni- dovrà diventare un vero city quarter a dimensione umana e sostenibile.

Ma ciò di cui Davide è soprattutto fiero è l’ “anello” che appunto collegherà le funzioni non residenziali; ed è entusiasta della  pedonabilità  del progetto  a dispetto delle dimensioni dell’ area.  (OK, d’ accordo, facciamo bicicletta. O al massimo, auto elettrica).

Ed è fiero anche del fatto che il nuovo progetto prevede la “cucitura” tra la zona sud e quella nord , al posto della  chiamiamola “ esclusività” che il disegno precedente prevedeva, con faraoniche e miliardarie residenze  fuori luogo in un’ area che è tutto tranne che appetibile per la  “super upper class”.

Insomma, un il “ lusso” ma un  “bel quartiere” autosufficiente e  ben collegato ( la stazione della metropolitana e quella ferroviaria, con l’ Alta Velocità, sono a un passo , ci sarà pure il tram elettrico per raggiungerle) .

E ci sarà l’ acqua, un piccolo lago: Milano è città d’ acque. (Davide, ricordati di far fare opportune disinfestazioni, l’ acqua a Milano porta zanzare. E vai giù di brutto – anzi, di bello – con lo sport ! , ndr)

Ora l’ iter è avviato, e ci si augura che il percorso venga definito entro la data d’ inizio dell’ EXPO 2015. Occorreranno massicce iniezioni di nuovi capitali per il completamento dell’ iniziativa, e l’ orizzonte temporale che Davide stima non è inferiore ai dieci anni .

 

Viene venduto a Chelsfield  e Olayan  , ed è cosa recente, lo splendido “ portafoglio francese “ . Per oltre 1,225 miliardi di euro.

Ciò riduce, e in modo consistente, la situazione debitoria del Gruppo.  Risanamento è in risanamento.

 

A Davide tocca ora la ricostruzione della  reputazione della società , negli ultimi anni tanto compromessa. Non è un compito facile  ma sono certa che lui ci riuscirà.  Se ha superato  tutti i marosi di questi ultimi anni, da velista d’ acciaio qual è, ora si tratta di seguire il vento giusto…

Avrà così magari,  e glielo auguro di cuore , tempo per  passare qualche momento di relax anche leggendo qualche buon libro  e vedendo qualche buon film ( cose che non disdegna, anzi).

E magari ascoltando anche un po’ di buona musica. Che gli piace e che comprende , ma fino a un certo punto, nonostante  la musica fosse, nella  casa della sua famiglia originale, “ di casa”.
E questo, per l’ amico Davide, è proprio un paradosso sorprendente, dato che la sua mamma  di cognome – e non è un’ omonimia – fa Mascagni.