È record quest’anno per il numero di CEO che a livello globale si dichiara ottimista rispetto all’assetto economico mondiale. Anche in Italia – dove l’analisi pubblicata a gennaio 2017 aveva registrato un calo della fiducia sia sul quadro globale che rispetto ai ricavi delle aziende – i CEO italiani ritrovano un forte ottimismo.
È la principale evidenza della 21ª Annual Global CEO Survey di PwC, analisi che fotografa il livello di fiducia nello sviluppo globale e del proprio business di circa 1.300 CEO in 85 paesi – tra cui 112 CEO italiani – presentata ieri 22 gennaio alla vigilia del World Economic Forum di Davos.
Ritrovata fiducia verso la crescita globale, italiani tra i più fiduciosi
Il 57% dei CEO a livello mondiale si dichiara fiducioso nella crescita dell’economia globale nei prossimi 12 mesi (quasi il doppio rispetto al 29% dello scorso anno), registrando l’incremento più elevato da quando PwC ha avviato nel 2012 l’analisi circa le attese sulla crescita globale.
Questo balzo della fiducia è confermato dai CEO italiani: il 59% ritiene che l’economia globale migliorerà nei prossimi 12 mesi, 23 punti percentuali in più rispetto al dato 2017 del 36%.
L’ottimismo nei confronti della crescita globale è inoltre più che raddoppiato negli USA (59% dei partecipanti) dopo una fase di incertezza prima e dopo le elezioni (2017: 24%). Anche il Brasile ha visto un aumento significativo (+38%) dei CEO nazionali che prevedono un miglioramento in tal senso (l’80% degli intervistati) e anche tra i paesi meno ottimisti, come il Giappone (2018: 38% vs 11% del 2017) e il Regno Unito (2018: 36% vs 17% del 2017), quest’anno la fiducia nella crescita globale è più che raddoppiata.
“L’ottimismo dei CEO nell’economia globale è dovuto alla forza degli indicatori economici. Un atteggiamento che non ci sorprende affatto, considerato il boom dei mercati azionari e la previsione che il PIL andrà a crescere in gran parte dei paesi più importanti al mondo” commenta Bob Moritz, Presidente di PwC.
Nicola Anzivino, Partner di PwC, aggiunge: “Le società italiane stanno chiudendo un buon 2017 e i budget 2018 sono tutti a segno positivo, i CEO italiani sono particolarmente ottimisti sulla crescita internazionale delle loro aziende e gli investimenti in innovazione stanno portando i frutti desiderati. Molti stanno finalmente guardando all’estero anche per acquisizioni e dando vita a JV con partner strategici internazionali, oltre a valutare l’opportunità della quotazione in Borsa. Insomma, un contesto favorevole che finalmente premia il manifatturiero italiano e le società di servizi più innovative del nostro Paese”.
Cresce la fiducia nella crescita a breve termine dei ricavi
Questo ottimismo sul quadro globale deriva dalla fiducia che i CEO ripongono nelle previsioni della propria azienda, malgrado il rialzo non sia così significativo. Il 42% dei CEO si dichiara “molto fiducioso” nelle prospettive di crescita della propria società per i prossimi 12 mesi, rispetto al 38% del 2017.
I CEO italiani sono tra i più fiduciosi sulle prospettive di sviluppo delle aziende: il 90% si dichiara fiducioso o molto fiducioso nella crescita dei propri ricavi nel 2018, rispetto all’86% dell’edizione 2017. Anche guardando ai prossimi tre anni, si registra un sensibile maggiore ottimismo, con il 94% dei CEO italiani positivo circa il trend dei propri ricavi, rispetto al 92% del 2017.
Osservando i risultati per paese, lo scenario è variegato. Le prospettive dei CEO sono migliori in diversi mercati chiave, comprese l’Australia (in aumento del 4%, ora al 46%) e la Cina (+4%, ora al 40%), caratterizzati dall’aumento dei CEO “molto fiduciosi” nelle prospettive di crescita a 12 mesi della propria azienda.
Negli USA, la fiducia dei CEO è risalita. Dopo le tensioni legate alle elezioni dello scorso anno, i primi segnali sulla regolamentazione e la riforma fiscale da parte della nuova amministrazione hanno visto crescere significativamente, dal 39% del 2017 al 52% del 2018, la fiducia nelle prospettive di crescita delle imprese per l’anno a venire.
Nel Regno Unito, con i negoziati Brexit che hanno raggiunto solo di recente dei risultati, il calo della fiducia a breve termine dei business leader non rappresenta una sorpresa (34% nel 2018 contro il 41% del 2017).
Quest’anno i tre settori che mostrano maggiore fiducia nelle proprie prospettive a 12 mesi sono tecnologia (il 48% dei CEO “molto fiducioso”), servizi alle imprese (46%), farmaceutico e scienze naturali (46%), tutti sopra il livello di “molta fiducia” del 42%.
Le strategie per la crescita …
Le strategie per la crescita rimangono sostanzialmente immutate rispetto al sondaggio dello scorso anno: i CEO ricorreranno alla crescita organica (79%), alla riduzione dei costi (62%), alle alleanze strategiche (49%) e ad operazioni di fusione ed acquisizione (42%), con un interesse in crescita anche verso partnership con altre imprese e start-up (33% rispetto al 28% dell’anno passato).
I CEO italiani puntano allo sviluppo attraverso crescita organica (78%), riduzione dei costi (57%) e M&A (30%). I CEO italiani mostrano interesse anche verso le alleanze strategiche e JV (29% dei rispondenti italiani) verso collaborazioni con altre aziende e start-up (13%), anche se in misura inferiore ai dati esteri.
… e i mercati obiettivo: continua la fiducia verso gli USA
La fiducia verso gli USA si consolida: i CEO al di fuori degli USA continuano a considerare questo paese come il mercato che crescerà più di tutti nei prossimi 12 mesi, rafforzando quest’anno il proprio vantaggio sulla Cina (il 46% degli USA contro il 33% della Cina, un aumento del 2% rispetto al 2017). La Germania (20%) rimane al terzo posto, seguita dal Regno Unito (15%), mentre l’India spodesta il Giappone come quinto mercato più attraente per il 2018.
Leggermente diversi i dati dei CEO italiani, che continuano a prediligere come mercati di sbocco la Germania, indicata dal 42% dei rispondenti rispetto al 38% del 2017, gli USA (in netto calo al 36% dal 48% dell’edizione precedente) e la Francia, in crescita al 23% rispetto al 16% del 2017.
“Un vero processo d’internazionalizzazione che vada oltre l’export è un tema chiave per le PMI italiane, la vecchia Europa è in crescita e questo attrae investimenti italiani e gli USA rimangono un mercato chiave per la crescita dimensionale delle nostre imprese” commenta Nicola Anzivino, Partner di PwC.
Organico in aumento, ma i leader temono la disponibilità di talenti digitali
La fiducia nella crescita dei ricavi a breve termine si basa sull’aumento dell’occupazione, con il 54% dei CEO globali che prevede di aumentare l’organico nel 2018 (2017: 52%). Solo il 18% dei CEO prevede un taglio al personale. Anche in Italia quasi il 50% dei CEO prevede un aumento della forza-lavoro in azienda nei prossimi 12 mesi, dato positivo che registra tuttavia un leggero decremento rispetto al 56% del 2017.
Tra i settori caratterizzati, a livello globale, dalla domanda più elevata di nuove risorse troviamo servizi sanitari (71%), tecnologia (70%), servizi alle imprese (67%), comunicazioni (60%), ospitalità e tempo libero (59%).
In merito alle competenze digitali, oltre un quarto (28%) dei CEO a livello globale nutre una profonda preoccupazione rispetto alla disponibilità all’interno del proprio paese, cifra che tocca il 49% in Sudafrica, il 51% in Cina e il 59% in Brasile. Complessivamente, il 22% dei CEO si dichiara estremamente preoccupato per la disponibilità di competenze digitali chiave nell’organico interno, il 27% nel proprio settore industriale e il 23% a livello di leadership.
Anche i CEO italiani sono preoccupati dalla disponibilità di competenze digitali nell’organico interno e dalla possibilità di trovare nuovi talenti digitali in tempi brevi in Italia ed in Europa. Per contribuire ad attrarre e sviluppare il talento digitale necessario ci si affida a strategie fondamentali come investimenti in moderni ambienti lavorativi, programmi di apprendimento e sviluppo e partnership con altri provider.
Fonte : Company