Le mie Interviste
Intervista a Tatiana Milone,
architetto
25 marzo 2009
Tatiana
Milone si è laureata in architettura a Firenze, con il Prof Pierluigi
Spadolini (tecnologia).
Ha lavorato presso il Fondo di rotazione IMI (Ricercatore sui temi della
residenza-Normativa Nazionale).
Poi, presso la Lega delle Cooperative (responsabile tecnico Consorzio
Nazionale).
Ha trascorso anni in Ipisystem IMCO, impresa del gruppo ITALSTAT, in
Edilnord- gruppo FININVEST, e in Pirelli RE -Direzione Facility Management,
a Milano e Roma. Da quattro anni è libero professionista con studio a
Milano.
D. Cara Tatiana, hai dei
"modelli" di architetti, chi Ti ha influenzato di più?
R. Il mio mito giovanile è Mies e la scoperta di Richard Maier,
durante un viaggio, mi ha aperto mondi nuovi.
D. Che tipo di edifici Ti piace più progettare e realizzare?
R. Ho iniziato con l'edilizia scolastica , sono passata al
residenziale e da molti anni sono nel terziario, ma il residenziale è il
campo in cui posso dare il mio meglio e anche un po’ di anima.
D. Qual' è, a oggi, il tuo " francobollo", la cosa secondo te più
bella o importante che hai fatto?
R. Gli interni di HQ di Pirelli Reale Estate . Ho lavorato sin
dall'inizio all'interno del progetto architettonico dello Studio Gregotti,
sono riuscita a far fare un po’ di modifiche distributive e ad esempio : far
aprire delle finestre non previste sul fronte interno, ora sale riunioni e
aree break si affacciano sulla bellissima corte interna..... Inoltre
lavorare con l' Arch. Alessandro Colombo, gran professionista, è stata una
piacevole esperienza.
D. Quali materiali prediligi, e per che cosa?
R. Legno per gli interni, ma non solo; quando riesco ad usarlo ed a
farne capire e apprezzare la bellezza, l'odore e la semplicità, è sempre una
gran gioia.
D. Cosa Ti piacerebbe progettare, tra le tipologie che non hai ancora
fatto? Il famoso architetto Mario Botta, ad esempio, mi ha dichiarato
qualche anno fa che vorrebbe poter realizzare un Convento...
R. Sono di origini marine, un rifugio su una scogliera sul mare, per
mettere alla prova la capacità di mimetismo e di integrazione con gli
elementi naturali.....e forse non desidererei altro committente che farlo
per me....
D. Hai mai realizzato, da designer, oggetti di uso quotidiano?
R. No, è una cosa che mi manca, ma quando mia figlia era piccola
avevo fatto modificare un cucchiaio piegandolo a 90°, anni dopo l'ho trovato
in vendita.
D. Qual'è la tua idea dell'architettura, oggi, qual'è il suo "senso"?
R. Un po’ di parole chiave: integrazione, equilibrio, funzionalità,
........
D. Architettura: quale il rapporto, in particolare, con l'ambiente...
R. Questa sera ho sfogliato un pò di riviste spagnole , trovando dei
progetti nei quali l'inserimento nell'ambiente non è per niente scontato o
banale, anche se pieni di creatività non "contrastano" ma dialogano; la
capacità del progettista è proprio nel controllo dell'artificiale
,modellando il suo linguaggio al contesto.Se la domanda era invece sulla
sostenibilità, si dovrebbe aprire un blog...ma tu mi hai chiesto di essere
breve.....
D. Edifici "per collettività" (penso alla Cattedrale di Brasilia, ma
anche un albergo a sette stelle): c'è una nuova simbologia?
R. L'unica novità che trovo interessante in questo periodo è il
cohousing. Sono andata una sera a vedere un progetto, anche bello, in corso
a Milano; ho trovato discorsi non utopici, possibilità di ritrovare perdute
socialità, che mi hanno fatto brillare gli occhi e mi hanno dato speranza
per un futuro meno grigio.
D. Che "peso" ha per Te la firma di un grande o noto architetto nel
valore commerciale di un edificio?
R. Non sempre è scontato che ci sia un valore aggiunto nel risultato
globale ; sicuramente se è stato usato "un grande" architetto, più che un
"noto", avrà apportato innovazione ,crescita tecnologica, estetica etc e non
solo il "peso " della sua parcella, quindi l'edificio vale di più !Trovo che
non ci siano invece occasioni per provare i bravi professionisti, non noti ;
il meccanismo dei concorsi è costoso , spesso non sono previsti rimborsi e
quindi l'accesso è possibile solo avendo molte risorse economiche .
D. In Italia stanno operando moltissimi architetti stranieri, da
Foster a Liebeskind, da Tange Jr a Zaha Hadid. Stanno facendo di tutto:
masterplan, nuovi city quarter, alberghi... Che spazio dovrebbero, allora,
conquistare gli architetti italiani?
R. Sto lavorando bene con lo Studio Pei Cobb, credo che se fossimo
capaci di tradurre i progetti degli stranieri con un linguaggio esecutivo
più "nostro", arricchendolo con la nostra tradizione e cultura , sarebbe già
un bel ruolo.
D. Oggi : Architettura come bellezza , o come omologazione?
R. Non può essere una lettura omologante, ma i due concetti non sono
contrapposti.
D. L'architetto sembra aver assunto, da noi, il ruolo di opinion
maker, e non solo di opinion leader. Si organizzano dibatti, conferenze
dedicate non solo ai temi dell'architettura, ma anche ad altro, e
l'Architetto è sempre più presente, sempre più invitato, sempre più
intervistato. Che ne pensi di questo atteggiamento, che molti definiscono
eccesso di "protagonismo" , per uno che fa il Tuo mestiere?
R. Mi vengono in mente le parodie di Crozza quando fa l'architetto "Fuffas;
non tutti sono in grado di reggere il ruolo uscendo dal proprio territorio e
spesso l'eccesso di intellettualismo ,che contraddistingue molti colleghi,
allontana dal mondo reale. Sono una ligure un pò riservata e concreta,
soffro sempre un po’ l'appartenenza a questa categoria di "pavoni" , nella
quale spesso non mi riconosco......
D. Grattacieli o non grattacieli: qual'è il Tuo parere?
R. La risposta dovrebbe essere urbanistica e non architettonica,
stiamo parlando della dimensione urbana e di come stanno insieme le cose,
non si può prescindere dal contesto...ci sono down town bellissime e
raggelanti grattacieli inutili.
|